21 Ottobre 2022

Pellet per Stufe e Caldaie: guida all’acquisto

Con l’inizio delle stagioni fredde e il sensibile aumento delle utenze adibite al riscaldamento, la soluzione ideale per garantire calore agli ambienti, senza spendere cifre esorbitanti, è sicuramente il pellet.

Bisogna però sceglierlo accuratamente, per evitare spiacevoli inconvenienti, specialmente per quanto riguarda la manutenzione della stufa o della caldaia.

Di seguito ci occuperemo dei tipi di pellet con questa breve guida all’acquisto.

Tipi differenti di pellet

In commercio si possono trovare differenti tipologie di pellet e in base alla composizione cambia il potere calorifico. Innanzitutto, bisogna distinguere tra quelli di legno puro, misti e speciali. Mentre i primi sono composti esclusivamente da una sola tipologia di albero, e sono i più pregiati, i secondi hanno una resa minore.

Nella prima categoria troviamo il pellet di abete, castagno, faggio, larice e pino. Le differenze sono minime, la percentuale di variabilità dipende più dalla lavorazione che non dalla pianta stessa. Nella categoria dei misti ci sono i pellet composti da una miscela di segature derivanti dagli alberi sopracitati.

Come accennato, esiste una terza categoria. Gli speciali e sono quelli non ricavati da legno, come il pellet di girasole, di sansa, di mais e di paglia. Conosciuto come agripellet, è di origine agricola e, nonostante la resa sia inferiore al prodotto tradizionale, ultimamente è preferito alle altre tipologie perché in fase di combustione non emette anidride carbonica; per questo motivo è considerato ecosostenibile.

Come scegliere il pellet per la tua stufa o la caldaia

Anche se in apparenza è un prodotto che può sembrare tutto uguale, in realtà ha cinque caratteristiche principali, grazie alle quali possiamo valutare come scegliere quello ideale al nostro fabbisogno.

La prima regola da seguire è controllare che sull’etichetta sia riportata la certificazione che ne garantisca la qualità. I produttori devono per legge garantire la provenienza e possibilmente tracciare tutti i passaggi della filiera distributiva. È vietata la vendita di pellet in sacchi anonimi, senza etichette; allo stesso modo, è proibito anche lo smercio dello sfuso, in quanto facilmente manipolabile.

Altra caratteristica fondamentale è la potenza calorifica, ossia l’energia che viene sprigionata mentre brucia. Se il calore arriva a 4 kWh/Kg siamo di fronte ad un buon pellet, in caso di valore inferiore, è probabile che si tratti di un prodotto scadente. In questo caso sarà necessaria una quantità maggiore per scaldare, per cui il risparmio preventivato verrà completamente annullato.

Altre caratteristiche Pellet

Il terzo requisito necessario è l’intero consumo dei cilindretti. Quando siamo di fronte ad un materiale scadente, la percentuale del residuo di cenere rimasta dopo la combustione supera il 2%. Questo comporta pulizie più frequenti e una manutenzione più attenta, in quanto troppa cenere causa molto spesso un blocco del braciere e ne impedisce l’accensione automatica. È possibile controllare il residuo fisso sull’etichetta del sacco. Se tale valore manca, significa che è un pellet di dubbia qualità. Quando il contenuto di ceneri è pari allo 0,7%, si può parlare di un prodotto di qualità elevata.

Ancora prima di controllare il potere calorifico, è importante tenere sotto controllo il tasso di umidità del pellet, che non deve superare il 12%. Quando è umido, significa che è ricco di resina, materiale colloso rilasciato dalle piante, che si attacca alle pareti delle stufe. Toglierla non è assolutamente facile, per cui è bene prestare attenzione anche a come e dove viene riposto. Ad esempio, se durante lo spostamento un sacco viene tagliato e riposto in un luogo umido, anche un pellet di buona qualità rischia di subire danni. Allo stesso modo, non deve essere troppo secco, perché con un’umidità inferiore all’8% c’è il rischio che la segatura si sfaldi facilmente, limitandone il potere calorifico.

Per concludere, il pellet deve essere preparato interamente da legno da taglio meccanico. Questo significa che non deve aver subito trattamenti come verniciatura o incollatura, ma essere preparato con segatura pressata di legno vergine.

A differenza di quanto si possa pensare, tra i criteri di valutazione non è annoverata la tipologia della pianta. Mentre per un camino, o una stufa a legna, è importante saperlo (per esempio, una corteccia più porosa o una fibra meno densa possono bruciare più in fretta), per il pellet non è rilevante, in quanto la compressione della segatura elimina tutte le qualità della pianta intatta.

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